PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA, E’ ORA DI INIZIARE A CORRERE di Stefano Mazzuccato

La pandemia ha, di fatto, silenziato il dibattito in molti settori, fagocitando ogni discussione o approfondimento nei più diversi settori della società. Ma adesso che la tanto agognata “immunità di gregge” sembra dietro l’angolo grazie ad una capillare campagna di vaccinazione credo sia giunto il momento di rimettersi in marcia anche nell’attività dialettica. Così, bisogna ricordare che questo sarà l’anno di svolta per la Corporate Governance, ossia per quell’insieme di strumenti, regole, relazioni, processi e sistemi aziendali finalizzati ad una corretta ed efficiente gestione dell’impresa.

L’approvazione del codice di corporate governance da parte dell’apposito Comitato, da un lato, e l’emanazione del decreto 23 novembre 2020, n. 169 del ministero dell’economia e delle finanze in tema di requisiti e criteri di idoneità degli esponenti aziendali delle banche e degli intermediari finanziari dall’altro, costituiscono i due binari lungo i quali camminerà la sostenibilità dell’attività di impresa ma anche, in definitiva, la ripresa dell’intero paese. Perché, ce lo dice l’Ocse, per sfruttare al meglio il Recovery Fund e accelerare il rilancio, occorrono una pubblica amministrazione efficiente e manager competenti.

Il nostro paese, purtroppo, sconta da ormai troppo tempo alcune criticità: problemi legati essenzialmente alle performance di produttività, alle disparità territoriali, demografiche e di genere. Vere e proprie sfide strutturali al cui interno, la qualità della governance sarà essenziale per l’ottimale utilizzazione dei fondi dell’Unione. Quando parliamo di buona governance, in realtà, parliamo di una rivoluzione copernicana per l’Italia perché implica la concertazione, ma, soprattutto, la necessità di rendere conto del proprio operato: solo così la governance sarà in grado di mettere Pil e occupazione su una traiettoria di crescita strutturale e sostenuta.

In questa prospettiva, una buona governance assume la valenza di elemento di stabilità e garanzia per tutti. Una cattiva governance è invece un pericoloso elemento di instabilità: non a caso, la Governance del Recovery Fund – ossia chi concretamente gestirà i miliardi europei – è stata la saponetta su cui è scivolato il governo Conte. Ora, dopo l’approvazione del nostro PNRR -Piano nazionale di ripresa e resilienza -, è previsto entro luglio l'arrivo al Paese di 24,9 miliardi di euro su un totale 191,5 miliardi entro il 2026, di cui 68,9 come sovvenzioni e 122,6 come prestiti. Il PNRR contiene 3 grandi riforme: Fisco, Pubblica Amministrazione e Giustizia e si articola in 6 Missioni: Digitalizzazione; Ambiente; Infrastrutture; Istruzione; Inclusione sociale e Salute in cui sono contenute 190 misure, 58 riforme e 132 investimenti.

Le stime della Commissione nella valutazione del nostro PNRR confermano una crescita del Pil fino al 2,5% entro il 2026, numeri che aumenteranno "nel lungo termine" grazie all'impatto delle riforme, che genereranno circa 240 mila posti di lavoro aggiuntivi. Per l’Italia è giunta l’ora di iniziare a correre.

Stefano Mazzuccato

Amministratore Delegato di Casa di Cura “Madonna della Salute” e Casa di Cura “Città di Rovigo”

Member of B20 –Task force Health and Life Sciences

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